In Basilicata l’attività di bouldering è iniziata nel 2003 grazie all’intuizione e al lavoro assiduo di alcuni climbers pugliesi. Infatti grazie al carattere girovago ed esplorativo dei climbers è stato individuato uno dei migliori siti di bouldering al mondo nel territorio compreso tra i comuni di Accettura, Campomaggiore , Castelmezzano e Pietrapertosa quasi tutto rientrante nel Parco di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane.
E’ uno dei migliori siti non soltanto per l’innumerevole quantità di massi presenti in concentrazione, ma soprattutto per la qualità della roccia, una arenaria ben cementata che offre una ottima aderenza alle mani dei climbers e una grande varietà di passaggi arrampicabili.
Un sito con analoghe caratteristiche in Italia si trova soltanto vicino Ascoli Piceno e precisamente nel paesino di Meschia, perché altri siti presenti sulle Alpi offrono una roccia di tipo granitico meno aderente.
Oggi il sito boulder di del Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, visitato tutto l’anno da decine di climbers provenienti da tutta Europa, tra i quali anche il campione del mondo, è descritto sul sito Internet ROCCIAERESINA e sulla guida di arrampicata Arrampicare al Sud, entrambi del climber professionista Graziano Montel.
Cos’è il Bouldering
Il Bouldering è l’attività di arrampicata sul boulder, un masso che offre delle pareti arrampicabili. Sin dagli anni ’70, i massi erratici, trasportati a valle e disseminati dall’ultima glaciazione, sono stati un terreno di allenamento per arrampicatori ed alpinisti. La loro altezza ridotta e la semplicità degli accessi hanno permesso a molti scalatori di affinare tecnica e forza in preparazione alle grandi pareti.
Negli ultimi anni questa forma di arrampicata in “miniatura”, sui sassi di pochi metri di altezza, ha assunto una sua dimensione e la riuscita sui brevi ma intensi passaggi ha acquisito un valore assoluto (di questa specialità esistono competizioni sia a livello nazionale sia internazionale).
Oltre all’aspetto competitivo c’è da sottolineare che molti arrampicatori amano il clima rilassato e un po’ festaiolo che si crea alla base dei massi quando a scalare si va in compagnia di amici. Gli scalatori sono oggi disposti a viaggiare parecchio pur di confrontarsi con massi di qualità, presenti magari in gran numero nello stesso sito.
Nell’area circostante il Parco è operativo un campo di bouldering, Pietra del Toro (www.pietradeltoro.it), in cui sperimentare l’esperienza dell’arrampicata in un ambiente incontaminato e affascinante.
I limiti del bouldering sono principalmente due:
la disponibilità di blocchi di roccia dalla superficie compatta, alti da 2,5 a 15 m, possibilmente situati in area pressoché pianeggiante;
un clima né troppo freddo né caldo.
La maggior parte dei siti importanti si trova dove affiorano arenarie ben cementate.
Quando queste rocce affiorano in superficie, gli agenti atmosferici tendono a degradarle soprattutto lungo le fratture, sviluppando un labirinto di solchi. L’affioramento si trasforma così in una distesa di blocchi separati, sovente di altezza sufficiente per il bouldering.
Contemporaneamente, un processo di migrazione di ioni dall’interno verso la superficie della roccia, e la formazione di cavità alveolari e solchi nei punti di maggiore ristagno dell’umidità, trasformano l’aspetto dei blocchi. La superficie diventa al tempo stesso lavorata in un’infinità di morfologie curiose (ottimi appigli per la scalata) e indurita al punto che piccole scaglie possono agevolmente sostenere il peso di un uomo.
Processi affini rendono interessanti per la scalata, se rimangono a lungo esposti agli agenti atmosferici, anche massi caduti da rilievi montuosi e abbandonati da qualche agente di trasporto, come i ghiacciai (massi erratici) o le frane.