La foresta di Gallipoli Cognato rientra nei territori dei Comuni di Accettura, Calciano e Oliveto Lucano ed occupa una superficie complessiva di 4.159 ettari. La foresta, derivante dalla fusione di due distinte tenute boschive, rispettivamente il bosco di Gallipoli, di 1.117 ha, ed il bosco Cognato, 3.357 ha, è caratterizzata da una notevole variabilità altimetrica: si passa, infatti, da quote prossime ai 200 mt, sui terreni confinanti con l’alveo del Basento, ai 1.319 mt del Monte Impiso. Nel territorio è possibile distinguere diversi ambienti forestali e vegetali, alcuni dei quali occupano vaste e continue estensioni, mentre altri hanno una diffusione puntiforme e localizzata.
E’ questo il regno incontrastato degli elicrisi, dei cisti e dell’erica arborea, la cui radice era un tempo ricercata per la fabbricazione delle pipe. In prossimità della località Palazzo, attualmente nucleo centrale dei servizi e degli uffici del Parco Gallipoli Cognato, i cerri, specie vegetativa dominante di questa zona, assumono portamenti maestosi intervallati da esemplari di carpino bianco, acero, carpinella. Nel piano altimetrico del cerro, ma con distribuzione meno ampia, cresce il farnetto, particolarmente diffuso presso il Monte Croccia. Localizzata è la presenza del tiglio che, nelle località più inaccessibili, cresce con vigore e si rinnova con relativa rapidità.
La flora erbacea si presenta ricca di ciclamini, anemoni, viole, pratoline, vinca, con fioriture precoci tra l’inizio della primavera e l’autunno. Sulle Dolomiti Lucane e nelle zone circostanti, diverse sono le specie di orchidee selvatiche presenti che rendono affascinante e variopinto il paesaggio agreste.
Interessante è la presenza dello zafferanastro nelle radure a pascolo. In corrispondenza delle vallecole umide, impluvi e dei corsi d’acqua, ritroviamo il frassino ossifillo, specie endemica della Basilicata, il pioppo tremulo, il pioppo bianco, l’ontano nero, i salici.
La vegetazione bassa e cespugliosa è costituita da muschi, capelvenere, licheni, la moneta del papa. Diverse località sono state rimboschite con immissione di Pino d’Aleppo, Pino marittimo, Larice, Cipresso. Interessante è stata l’immissione dell’Abete bianco in località lago Cirminale. Numerosa è la fauna che frequenta la foresta con specie che in alcuni casi sono scomparse da altre aree dell’Appennino: tassi, lupi, faine, donnole, lepri, qualche martora, istrici.
Tra gli anfibi abbiamo la salamandra pezzata, il rospo, l’ululone; tra i rettili il geco, la luscegnola, il biacco, il colibrì, e la vipera comune. La fauna ornitica è caratterizzata da una grande quantità di diverse specie di passeriformi, cinciallegra, pettirosso, usignolo, merlo, e di piciformi: picchio rosso, picchio verde. Diffusi risultano anche i falconiformi: nibbio, astore, poiana, sparviero, gufo, allocco, barbagianni.
Sono poi presenti due rarissimi farfalle, specie protette ed in via di estinzione, oggetto di azioni di tutela da parte del Parco: la Melanargia arge e la Eriogaster Catax.
Tra gli invertebrati significativa è la presenza del coleottero longicorne Agapanthia maculicornis e dell’eterottero Daracoris olivaceus.
La foresta è composta in prevalenze da fustaie di latifoglie (3.700 ha), da ceduo semplice di roverella e di cerro (90 ha), da fustaie miste di resinose e di latifoglie (44 ha); il resto è costituito da seminativi, pascoli e prati nudi, cespugliati.Il sottobosco, fino ad una quota di 600 m, è ricco di sclerofille tipiche della macchia mediterranea; tra queste le più diffuse sono la Phllirea angustifolia, Rhamnus alaternus, Pistacia terebinthus. Tra i 600 e i 900 mt il sottobosco si arricchisce in primavera con fioriture di Cytisus villosus, e tra i cerri cominciano a comparire con portamento arbustivo il melo e l’acero. Fanno parte del sottobosco l’agrifoglio, la felce, l’edera e la moneta del papa. Nelle contrade più assolate la macchia cede il posto alla gariga.